They, alla ricerca dell’arpa

Quattro serate sulle corde di uno strumento antico e affascinante

Da sempre nell’immaginario collettivo l’arpa è sinonimo di grazia e poesia. Il confronto tra un passato mitico ed un presente che conferma le qualità dello strumento non è sempre di semplice portata a causa delle poche occasioni d’ascolto dello strumento. Ma grazie all’arpista Carla They è data la possibilità di esplorare le molteplici applicazioni dell’arpa attraverso un percorso di quattro appuntamenti al Theatro del vicolo sotto la direzione artistica di Egidio Tibaldi. Sabato scorso il primo appuntamento ha incantato il piccolo teatro gremito all’ascolto della They. «Arpa… le corde dell’anima» ha presentato lo strumento in un dialogico confronto tra le arti: nella regia di Marco Zerbi, la danza di Rosita D’Aiello e le voci recitanti di Paola Ferrari e Raffaele Rinaldi hanno presentato in un atto unico l’evocativo viaggio attraverso le emozionanti potenzialità dello strumento. La scelta dei brani di Carla They ha esplorato un sorprendente repertorio che svincola l’arpa da stereotipi retaggi culturali per consegnarla ad una duttile esistenza che dalla musica antica attraversa il barocco, il repertorio spagnolo e la musica leggera per approdare al tango. I testi introducono, commentano, sottolineano le sequenze musicali in un intreccio di suoni e parole. La poesia di Shakespeare ne La dodicesima notte e nei Sonetti richiama me­lodie come l’anonimo quanto famoso Greensleeves e commenta il commuovente Lascia ch’io pianga di Haendel, danzato in abito bianco dalla grazia fluida di Rosita D’Aiello. Il Canone in Re di Pachelbel ispira una lettura a canone tra le due voci recitanti che si confrontano su Canto dell’ospite di D’Annunzio e Stava in quiete la casa e il mondo in calma di Stevens. Passando da Bach dei Brandeburghesi e dai Notturni canti e pensieri di Goethe, l’arpa ap­proda in terra spagnola con l’intermezzo dalla Carmen di Bizet e Rumores de la caleta di Albeniz intrecciati ai colori poetici dei versi di Neruda e Garcia Lorca. Di grande intensità emotiva è stata la lettura a tema ecologico dove sulle note di Mordu di Zil e Myrdhin la danza di Rosita D’Aiello ha mimato gli uccelli incatramati invischiati nell’impossibilità di elevarsi di nuovo al cielo in se­guito all’affondamento della petroliera nel mare del Nord nel ‘99. L’arpa pizzica la terra di Evita Peron nel tema di Don’t cry for me Argentina sulle parole di Borges. “E disse ai musicanti di suonare: Tango! ” Carla They conclude con la danza di Salzedo portando nell’arpa, tradizionalmente dolce, classica ed apollinea, la passionalità tipica del tango.

GAZZETTA DI PARMA  giovedì 6 gennaio 2005 Maria Cristina Bonati

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