Ritratto di Parma per arpa e violino

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La città raccontata dai visitatori del 700: le «arie da grande» della piccola capitale

«Parma mi piacque per la sua aria animata. E’ una città allegra, quasi bella… Questa piccola ca­pitale mi piace»: così testimo­niava nel 1779 la Princesse de Gonzague in uno dei piacevoli, curiosi frammenti letti per «Un viaggio a Parma» da Adriano Engelbrecht nella serata inau­gurale dell’Ermo Colle, tratti da «Il viaggio a Parma. Visitatori in età farnesiana e borbonica», te­sti raccolti da Giorgio Cusatelli e Fausto Razzetti, Ugo Guanda Editore. E’ stata Silvana Piazza a ri­cordare, davanti al folto pubbli­co ospite nello spazio del giar­dino di fronte a Villa Rodolfi a Ozzano Taro, il percorso della dodicesima edizione del Palio Poetico Musicale, quest’anno dal tema guida «Tramandare», che implica l’idea di conservare per trasmettere ad altri, di con­segnare narrando esperienze, di perpetuare saperi, informazio­ni, un compito importante per un’iniziativa culturale come l’Ermo Colle che riesce a rinno­vare la propria presenza nel ter­ritorio malgrado i tempi difficili, le risorse limitate. Un grazie spe­ciale quindi a chi ha voluto con­tinuare a credere all’iniziativa, anche alla famiglia Rodolfi, per la disponibilità ad accogliere l’evento inaugurale, «fuori ga­ra». E’ stata la raffinata, avvolgen­te musica d’arpa suonata con ta­lento ed eleganza da Carla They ad aprire la serata, la voce di En­gelbrecht equilibrata sulle sue note, nelle pause musicali. Ca­sanova riconosce in Parma, in un breve appunto aneddotico, «un’aria d’oltralpe», altri rileva­no come la corte del duca si pre­senti molto brillante, «le dame superbamente vestite». Anche se non mancano gli sguardi critici: «si è voluta dare un’aria da gran­de città ed è rimasta al di sotto di quello di second’ordine delle no­stre province» (Jean-Marie Ro­land de La Platière). 
A tratti la musica dell’arpa si intreccia al violino, suonato dal­lo stesso Engelbrecht. Descrizio­ni affascinate, con riferimenti all’acustica e ai grandi spettacoli con battaglie navali per il «Tea­tro Grande… un bell’esemplare di architettura», ma si racconta anche di danza e di canto – e di Bodoni «famoso stampatore». 
Un’attenzione speciale, nella scelta dei brani, al carattere crea­tivo della città, riferendo anche di una visita all’Accademia di pittura. E c’è l’incanto di Hei­nrich Fussli per l’Ascensione della Vergine in Duomo, «la più sublime nel suo genere fra tutte quelle che l’hanno preceduta e seguita, un’opera senza eguali». Una sorta di folgorazione per Jacques-Louis David le opere del Correggio: «mi sentii subito sconvolto». Colta, accurata, le­gata al tempo e ai testi, la scelta musicale. Oggi il secondo ap­puntamento di Ermo Colle, an­cora non in concorso, a Roccaferrara, con l’inaugurazione del­lo storico armonium.
GAZZETTA DI PARMA  martedì 6 agosto 2013   Valeria Ottolenghi

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