L’arpa di Carla They per la Settimana della cultura a Reggio

Arpe e danza a Reggio Emilia per la VI Settimana della Cultura promossa dalla Diocesi locale in collaborazione con i Civici Musei, con la Soprintendenza ai beni artistici e con la Fondazione «I Teatri». Nei giorni scorsi, nella suggestiva cornice del Battistero cittadino, l’arpista parmigiana Carla They ha tenuto un applaudito concerto dal titolo Danzando tra le corde, realizzato in trio con la collega milanese Federica Sainaghi e con la ballerina-coreografa Silvia Grassellini per animare la sacra cappella quattrocentesca di origini romaniche in occasione della presentazione al pubblico della grande pala di Francesco Gessi (La Madonna, con Michele Arcangelo e San Francesco, riceve Gesù Bambino), fortunosamente ritrovata in Vescovado e appena restaurata da Avio Melloni e Giorgio Zamboni, i quali ne hanno avvalorato, in corso d’opera, la preziosa ascendenza dalla scuola di Guido Reni. Numerosi gli spettatori che hanno ordinatamente gremito il Battistero, assistendo alla conferenza d’illustrazione del restauro e alla delicata, suadente ‘performance’ delle due arpe e della ballerina, imperniata sull’interpretazione d’una serie di raffinati cammei musicali da Bach, Haendel, Vivaldi, Pachelbel e Tournier, senza scordare Granados, Salzedo, Rota e Gounod. Diverse le trascrizioni per arpa dei brani in programma, tutte curate da Carla They e Federica Sainaghi. Dopo lo spettacolo del noto coreografo Mauro Bigonzetti nella Chiesa di San Carlo, il concerto-danza del trio Grassellini-Sainaghi-They è stato l’unico momento d’incontro, durante la Settimana della Cultura a Reggio Emilia, tra i linguaggi dell’iconografia e della musica. Nel cuore della città, in quella teca di stratificate memorie artistico-religiose che è il Battistero, l’associazione tra suoni e movimenti proposta dall’inedito «ensemble» di Carla They ha reso più viva ed eloquente la presentazione dei gioielli d’arte ivi raccolti, tra cui il prezioso fonte battesimale in marmo rosa di Verona e i due dipinti raffiguranti II Battesimo di Cristo che, firmati dal Caprioli e dal Tiarini tra fine ’500 e primo ’600, s’impongono per mole e per soggetto all’interno della cappella. Alla fine, per nulla intenzionati ad andarsene, gli spettatori hanno chiesto e ottenuto il bis. Applausi entusiastici hanno siglato, in particolare, l’esecuzione di Chanson dans la nuit di Salzedo e il virtuosistico rincorrersi di arpe della Spanish Dance di Granados.

GAZZETTA DI PARMA   E. F.

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