La fiaba dell’aquila bianca e la differenza tra felicità e tristezza

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Serata carica di suggestioni a Roccaferrara. Pubblico numeroso «Abbiamo da tempo un vasto repertorio insieme, ma volevamo scegliere i brani proprio lasciandoci suggestionare dal luogo, davvero magico»: così ha spiegato Carla They, raffinata musicista, avvolgenti le sue note all’arpa, al suo fianco la soprano Halla Margret, tanto il pubblico in ascolto, specie pensando alla difficoltà di arrivare lassù, alla parte più alta di Roccaferrara, in quel paese arroccato di case di pietra da raggiungere a piedi. L’Ermo Colle riesce sempre a coinvolgere un grande numero di persone, tra spettatori che hanno imparato negli anni ad apprezzare eventi e luoghi e nuovi curiosi che iniziano a seguire con crescente stima questa manifestazione itinerante dell’estate nel territorio della no­stra provincia. Una serata a più tappe a Roccaferrara: per l’inaugurazione dello storico armonium recentemente restaurato l’organista Simone Serra ha suonato brani di Drusiani, Liszt, Wagner, Verdi, Franck, con il dono del bis di «Va’ pensiero» che ha creato un particolare clima di partecipazione, moltiplicando l’entusiasmo negli applausi. Lungo il breve tragitto verso lo spazio dedicato a «Verdi e la tradizione operistica» con They / Margret, come fondale un vecchia casa in pietra, intorno il profilo dei monti e le luci di paesi distanti, si è ascoltata la fiaba «Aquila bianca» di Elena Samperi, interpreti Alessia Depietri e Alice Bedotti, due studentesse del Toschi. E’ stata Stefania Provinciali a spiegare quindi il motivo di tale scelta, ricordano la prossima apertura, in autunno, dello spazio museale, all’interno della sede del Parco dei Cento Laghi, con le opere figurative della Samperi, che il padre ha voluto donare a Corniglio, alla comunità. Al termine della fiaba un’onda di nostalgia, con l’aquila bianca che ha imparato a cono­scere «la differenza tra la felicità e la tristezza»: non avrebbe volato più, ma guardando oltre le montagne avrebbe ricordato per sempre «quanto fosse splendente il cielo al di sopra delle nuvole». Un museo per «tramandare», così come ricorda il tema guida di Ermo Colle 2013, termine che mescola l’idea di ricordo con la sensazione della continua riscoperta nel tem­po. Così con la musica e il canto. Carla They ha quindi motivato le scelte nate «a sentimento», met­tendosi in sintonia con quegli spa­zi, quell’incantata atmosfera notturna tra strade strette e abitazioni antiche: si sono così ascoltate arie da «La figlia del reggimento» di Donizetti, «Norma» di Bellini, «Tosca» di Puccini – e Verdi naturalmente, da «Il Trovatore», «La Traviata», «La forza del destino». Lunghissimi gli applausi per Halla Margret e Carla They, circondate quindi ancora da tanti complimenti, da vasta ammirazione.»
GAZZETTA DI PARMA  giovedì 8 agosto 2013  Valeria Ottolenghi

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